A S. E.
il MINISTRO DELLA GIUSTIZIA
On.le Andrea Orlando
A S.E.
Il MINISTRO DELL’AMBIENTE
Gian Luca Galletti
Ill.mo ASSESSORE ALL’AMBIENTE REGIONE PIEMONTE
Alberto Valmaggia
Ill.mo PRESIDENTE CONSIGLIO NAZIONALE ANCI
Enzo Bianco
E per conoscenza
Ill.mo PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE D’INCHIESTA SUGLI INFORTUNI SUL LAVORO
Camilla Fabbri
Ill.mo COMMISSARIO EUROPEO PER L’AMBIENTE
Karmenu Vella
Ill.mo PRESIDENTE D’INCHIESTA ATTIVITA’ ILLECITE CONNESSE AL CICLO RIFIUTI
Alessandro Bratti
OGGETTO: richiesta di attenzione in merito alle Politiche di bonifica e smaltimento amianto
Onorevole Ministro Orlando, Onorevole Ministro Gian Luca Galletti, Assessore Alberto Valmaggia, Presidente Enzo Bianco
AICA (Associazione nazionale Italiana Contro l’Amianto) senza scopo di lucro, con sede a Savigliano in via Duccio Galimberti, 27, costituitasi recentemente grazie alla forza di volontariato nel rispetto del codice civile e della normativa in vigore, nasce dall’esperienza decennale dei soci fondatori che si adoperavano precedentemente in associazioni esistenti e attive da tempo sul territorio nazionale quali AIEA (Associazione Italiana Esposti Amianto) e ancor prima in A.E.A. (Associazione Esposti Amianto). Forte dei principi di solidarietà, trasparenza e democrazia, l’associazione, si prefigge come finalità quella della tutela della salute e dell’ambiente nel rispetto dei lavoratori e dei cittadini, a sostegno dei suoi presupposti primari: diritto della salute e la tutela individuale e collettiva oltre che, la salubrità ambientale subordinando a interessi di qualsiasi altra natura. Tra gli scopi statutari persegue l’abolizione dell’amianto e degli altri agenti tossici nocivi cancerogeni a cui non può essere attribuito alcun valore limite, garantisce il sostegno ai lavoratori e ai cittadini esposti o ex esposti all’amianto, il sostegno ai lavoratori e ai cittadini singoli o associati anche sul piano giuridico che sono colpiti da esposizione all’amianto sia professionale che ambientale; l’applicazione della Legge 257/1992 e della normativa di attuazione, l’adeguamento di tale normativa rispetto ai dati epidemiologici, igienico ambientali e al progresso tecnico scientifico della medicina e sorveglianza sanitaria; la realizzazione degli obiettivi del Piano Nazionale Amianto previsti dalla Conferenza Nazionale Governativa sull’Amianto del 2012 tenutasi a Venezia; la previsione da parte degli organi competenti, di un quadro legislativo nazionale, europeo e internazionale che stabilisca in modo chiaro l’abolizione dell’amianto, dei sostituti di analoga nocività e degli altri agenti tossici nocivi, cancerogeni, la definizione delle strutture degli organi di controllo, la realizzazione delle bonifiche dei siti contaminati; l’applicazione di quanto stabilito dalla normativa istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale SSN rispetto all’Inail. Attraverso questa missiva, gli associati intendono porre alla Vostra attenzione, alcune osservazioni in merito. In Senato è ancora fermo, in attesa di approvazione definitiva, il ddl “ecoreati” come il disegno di legge in materia di delitti contro l’ambiente. Non è possibile indignarsi per la sentenza Eternit a parole se non si cambia questa legge “sbagliata”, se non si pone mano sulla prescrizione che da 15 anni continua a produrre sentenze inique e contro il diritto alla giustizia per le vittime dell’amianto e i loro familiari. Dopo i processi di primo grado e di appello svoltisi a Torino, conclusi con la condanna dell’imputato Stephan Schmidheiny, si è assistito alla cancellazione successiva da parte della Corte di Cassazione il 19 novembre 2014 (come richiesto dal P.G. e dalla difesa dell’imputato), per prescrizione senza rinvio, e all’eliminazione paradossale, non solo della condanna a 18 anni inflitta inizialmente ma anche ai risarcimenti alle vittime (30.000 euro a testa), agli Enti, all’Inail per le prestazioni date ai lavoratori colpiti per 280 milioni e all’obbligo di bonifica. Ci preme ricordare che questo reato di disastro ambientale doloso permanente è il più grave accaduto in Italia negli ultimi decenni e le cifre di decessi registrati parlano da sole. La prescrizione di 15 anni fatta partire dal 4 giugno del 1986, quando la fabbrica dell’imprenditore svizzero era stata chiusa per decreto su istanza di auto fallimento, porta a dedurre che i due processi non avrebbero dovuto essere neppure celebrati. Altri esempi di procedimenti andati in prescrizione: Tricom di Tezze sul Brenta, Bassano del Grappa, Marina Militare Padova, Fincantieri Palermo, Montedison di Padova.
Al Presidente del Consiglio A.N.C.I. è nostro desiderio evidenziare come dopo 24 anni dall’approvazione della 257/92 e dopo diverse audizioni alSenato e alla Camera dei Deputati interessate al tama dell’ amianto, le numerose Conferenze Stato Regioni la Sorveglianza Sanitaria verso gli ex esposti non viene ancora attuata con grave danno alla salute di chi ha respirato l’amianto per lavoro. La Sorveglianza Sanitaria sugli ex esposti è indispensabile perché permette di conoscere il loro stato di salute rendendolo noto alle Istituzioni e salva le vite ai colpiti dal tumore polmonare se indagati per tempo inoltre, non si ha alcuna notizia su un registro degli ex esposti.
Portiamo all’attenzione del Ministro dell’Ambiente e dell’Assessore Regionale Valmaggia, come in Piemonte, ma anche in tutte le Regioni italiane, la rimozione e lo smaltimento di MCA avviene a rilento e questo è dovuto alla mancanza di progettazione di discariche dedicate e soprattutto agli alti costi dovuti al trasporto in Germania, ma anche alla mancata sensibilizzazione da parte delle Istituzioni verso i cittadini che per i piccoli particolari tendono a rimuoverlo illegalmente. I rappresentanti della nostra associazione, già nei vari Ministeri hanno proposto di sfruttare le miniere, le gallerie e le cave dismesse per ridurre i costi di smaltimento e siamo in attesa di risposta in particolare qui in Piemonte. E’ da diverso tempo che chiediamo il coinvolgimento dei proprietari di MCA per censire tutto l’amianto esistente anche all’interno degli edifici poiché, con l’intervento da parte di Arpa tramite i droni, è stato dimostrato come la fotogrammetria rilevi in gran parte le onduline di CA tralasciandone molte che per il sistema non sono rilevabili. Alcuni cittadini che hanno vicino alla loro abitazione le onduline di CA si sono rivolti alla nostra associazione indicando il vuoto dell’immagine. Di seguito un elenco di dati sulla rimozione ed esportazione del MCA annuali: la Regione Lombardia con 111.899 tonn. è quella che esporta di più a seguire il Veneto con 66,692 tonn, Emilia Romagna 26.000 tonn.. In Italia vengono smaltite all’anno 251,502 tonn. mentre in Germania 364,765 tonn.
In ultimo la nostra associazione vuole far rilevare e nel contempo ne chiede la verifica puntuale e preventiva a livello nazionale da parte degli interessati (Comuni, Province e Regioni), della possibile presenza negli edifici pubblici di onduline catramate sottocoppo. La problematica è stata riscontrata e segnalata dalla nostra associazione in scuole e palestre in occasione dei lavori in corso finalizzati all’efficientemente energetico e antisismico. Il nostro timore è che in alcuni casi, in assenza di segnalazione da parte dei cittadini o di indicazioni governative ben precise, si potrebbe incorrere nell’applicazione di una poco corretta e trasparente procedura di bonifica amianto o peggio ancora di una mancata rimozione. Il Governo Renzi ha stanziato fondi per la sistemazione delle scuole e molti Comuni hanno già posto in essere i relativi progetti approvati ma quanti hanno provveduto a verificare preventivamente o a relazionare in merito alla possibile presenza di amianto nel sottotetto? Come mai il Governo pur essendo cosciente della pericolosità dell’amianto negli edifici pubblici, scuole e palestre non ha chiesto preventivamente agli Enti, insieme alla presentazione della documentazione richiesta anche una relazione dettagliata su quanto eternit esiste ancora all’interno dell’edificio? Gli interventi sono stati pensati nell’ottica della sicurezza e vengono pagati con i soldi pubblici, allora ci chiediamo, considerate tutte le difficoltà applicative, perché l’insalubre asbesto non viene preso in considerazione attuando una via di “sanificazione” ancor prima della fase di apertura dei cantieri? A nostro avviso, le attuali regole tecniche, non rispondono alle esigenze di un paese civile che è ancora molto lontano dalla sensibilità seria e votata al definitivo smantellamento dell’amianto coordinato attraverso operazioni costanti supportate da smaltimento veloce per il benessere di tutta la comunità. Dicono i tecnici: di questo passo ci vorranno 100anni ha smaltire tutto l’amianto (incluso quello presente all’interno degli acquedotti). Lo Stato ha riconosciuto l’assegno “una Tantum” alle vittime dell’amianto non professionali, questo indennizzo induce ha pensare che è meglio fare prevenzione primaria che pagare con pochi soldi la perdita di vite umane ed affrontare la piaga sociale dell’amianto attuando in toto il Piano della Salute approvato dalla Seconda Conferenza Governativa di Venezia 2012. Tali procedure di individuazione preventiva, possono e devono essere accolte e fatte rispettare attraverso necessarie e specifiche applicazioni impositive di regole ambientali.
Confidando nella Vostra attenzione verso questa delicata questione porgiamo i nostri più cordiali saluti.
Il Presidente AICA Il Segretario AICA
Armando Vanotto Sandra Aliotta